Si è aperta a Vienna il 12 ottobre 2020 la decima sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione delle Nazioni Unite contro il Crimine Organizzato Transnazionale (UNTOC o Convenzione di Palermo), che coincide con il ventesimo anniversario dell’adozione della Convenzione.
I lavori sono stati aperti dall’Ambasciatore Cortese, Presidente uscente della Conferenza, che ha ricapitolato i principali successi della nona sessione (2018-2020), ricordando in particolare il completamento del processo preparatorio per l’avvio della verifica dell’attuazione della Convenzione. Egli ha inoltre evidenziato come, nonostante le sfide poste dalla pandemia, si sia riusciti a organizzare una Conferenza significativa, caratterizzata da un elevato livello di partecipazione (a Vienna e in collegamento da remoto) e da un alto numero di risoluzioni presentate dagli Stati membri (ben sette). Si tratta – ha affermato l’Ambasciatore – di un “forte segnale di impegno da parte della Comunità internazionale per la lotta al crimine organizzato transnazionale, attraverso l’efficace attuazione della Convenzione”.
Nel dibattito generale, è intervenuto per primo, in collegamento da Roma, il Ministro della Giustizia, On. Alfonso Bonafede, che ha sottolineato come la Convenzione, che conta 190 Stati parte, rappresenti un presidio fondamentale nella lotta alla criminalità organizzata di tipo mafioso. Egli ha inoltre ricordato l’apporto alla cooperazione internazionale fornito in questo ambito da Giovanni Falcone, nelle cui lungimiranti intuizioni affonda le proprie radici la Convenzione.
A margine dei lavori, si è svolto – in videoconferenza – un evento di alto livello per la celebrazione del ventennale della Conferenza. L’evento è stato aperto dalla Direttrice Esecutiva di UNODOC Ghada Waly, e dalla Vice Ministra degli Esteri Marina Sereni.
“Oggi tutti i Paesi – ha dichiarato la Vice Ministra – devono affrontare le sfide della criminalità organizzata e siamo consapevoli che l’unico modo per farlo efficacemente è agire insieme. Negli ultimi anni, il crimine è diventato sempre più transnazionale, perfezionando le sue tecniche, spostando illegalmente capitali e risorse oltre le frontiere e trafficando beni ed esseri umani. Ha sfruttato le opportunità offerte dalle nuove tecnologie e ha sviluppato nuovi canali, quali la criminalità ambientale e quella informatica. Senza dimenticare che ora sta cercando di sfruttare le nostre vulnerabilità a seguito della pandemia di Covid-19”.
All’evento sono intervenuti anche il Procuratore Generale della Corte di Cassazione Giovanni Salvi, il Capo della Polizia Franco Gabrielli, il Procuratore Nazionale Antimafia e Antiterrorismo Federico Cafiero de Raho, oltre a personalità di alto livello di Giappone, Messico, Romania, Stati Uniti, Marocco e Francia.