(Vienna, 6 maggio 2016) Giovanni Falcone è stato ricordato oggi alle Nazioni Unite a Vienna alla presenza del Ministro della Giustizia Orlando, del Sottosegretario agli Esteri Della Vedova, del Procuratore Nazionale Antimafia Roberti e della Professoressa Maria Falcone.
Ventiquattro anni dopo la sua scomparsa, la memoria e le intuizioni del magistrato siciliano restano fonte d’ispirazione per le principali iniziative di cooperazione internazionale contro la criminalità organizzata, a cominciare dalla Convenzione di Palermo del 2000.
A questo suo lascito è stata dedicata l’odierna cerimonia commemorativa all’ONU, organizzata dalla Rappresentanza Permanente italiana e culminata con il disvelamento di un ritratto in bassorilievo del giudice Falcone donato dalla sorella Maria, che verrà collocato a Vienna presso l’Ufficio delle Nazioni Unite per la Droga e il Crimine (UNODC), custode del Trattato.
La forza e l’attualità delle idee di Falcone sono state il tema ricorrente negli interventi durante la cerimonia, sin dalle parole del Ministro Orlando. La cooperazione internazionale – ha proseguito Orlando – attraverso gli strumenti a disposizione, in particolare la Convenzione di Palermo, è essenziale per contrastare in maniera efficace il crimine organizzato.
L’impegno dell’Italia, ha ricordato il Sottosegretario Della Vedova, è prioritario e costante, declinandosi anche in azioni mirate nei confronti dei Paesi in via di sviluppo. La presenza di organizzazioni criminali forti e radicate nel territorio, infatti, costituisce ancora oggi un ostacolo verso una crescita sostenibile in diverse aree geografiche del mondo.
Il nesso tra dimensione economico-finanziaria e crimine organizzato, una delle intuizioni più brillanti e pionieristiche di Giovanni Falcone, rappresenta una delle chiavi di volta per comprendere e contrastare i fenomeni criminali, accrescendo, però, la complessità dell’azione investigativa, sulla quale si è soffermato il Procuratore Nazionale Roberti.
La lotta alla criminalità organizzata, ha infine affermato la Professoressa Falcone in un toccante ricordo del fratello, non può essere affidata esclusivamente agli sforzi dello Stato, ma richiede il più ampio coinvolgimento della società civile. In essa, ha concluso, risiede la forza in grado di promuovere il cambiamento culturale indispensabile per sconfiggere definitivamente la mafia.