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Il Coraggio di Parlare: evento teatrale a margine della Commissione Crimine delle Nazioni Unite.

Secondo giorno di lavori per la ventottesima sessione della Commissione per la Prevenzione del Crimine e la Giustizia Penale (CCPCJ) delle Nazioni Unite, in programma a Vienna dal 20 al 24 maggio.

A margine della plenaria, l’Italia ha organizzato una originale iniziativa dal titolo “Il coraggio di parlare”, che ha riscosso grande apprezzamento. In collaborazione con l’Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga e il Crimine, e dando seguito all’esperienza avviata lo scorso ottobre a margine della Conferenza delle Parti della Convenzione di Palermo, è stato allestito uno spettacolo teatrale che ha portato in scena – sull’inedito palcoscenico delle Nazioni Unite – le storie vere di alcuni collaboratori di giustizia e di testimoni di giustizia. Uomini e donne che hanno fatto scelte di vita coraggiose e ad alto rischio, decidendo di collaborare in diverse forme con lo
Stato, fornendo così un contributo significativo alla lotta contro la criminalità organizzata.

L’iniziativa valorizza in un contesto internazionale e multilaterale l’esperienza del ‘Palcoscenico della Legalità’, progetto nato nel 2011 dall’incontro con decine di familiari di vittime innocenti di mafia, camorra, criminalità e con i responsabili di cooperative e associazioni che sulle terre confiscate alla mafia hanno costruito speranze, lavoro, accoglienza, idee. Le loro storie sono state portate sul palco grazie alla drammaturgia scritta da Giulia Minoli, vice presidente di TheC02 Crisis Opportunity onlus, ed Emanuela Giordano con la regia di quest’ultima, e rappresentate in teatri e penitenziari di tutta Italia, riscuotendo grande successo. Il palcoscenico della legalità è un progetto innovativo che al tempo stesso rappresenta un percorso formativo, uno spettacolo itinerante, una sinergia tra teatri, istituti penitenziari minorili, scuole e società civile, di cui lo spettacolo in scena oggi è parte integrante. Complessivamente dal 2012 ad oggi lo spettacolo è stato visto da circa 58.000 spettatori in tutta Italia e hanno partecipato al percorso formativo circa 20.400 studenti.

A Vienna, di fronte a un folto pubblico composto da funzionari delle Nazioni Unite, rappresentanti dei governi di tutto il mondo e studenti di liceo, sono state rappresentate le storie di alcuni collaboratori di giustizia e di testimoni di giustizia: Gaetano Saffioti, Lea Garofalo, Maria Stefanelli e Tamara Ianni.

L’incontro è stato aperto dagli interventi dell’Ambasciatore Maria Assunta Accili, Rappresentante Permanente d’Italia presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna, da John Brandolino, Direttore dei Trattati dell’Ufficio delle Nazioni Unite sulla Droga e il Crimine e da Cesare Sirignano, Sostituto Procuratore presso la Direzione Nazionale Antimafia e Antiterrorismo, il quale ha illustrato il quadro normativo e l’esperienza italiana in materia. In chiusura, ha portato la propria toccante testimonianza Gaetano Saffioti, imprenditore edile calabrese che per anni ha subito le violenze della ‘ndrangheta, fino a quando ha deciso di denunciare per riconquistare la propria libertà, diventando testimone di giustizia.

Il progetto costituisce un esempio virtuoso di collaborazione tra le forze della società civile e le istituzioni, con l’obiettivo condiviso di diffondere i valori della legalità, creando così le condizioni per una lotta più efficace al crimine organizzato.