In occasione della Giornata Internazionale delle Donne e delle Ragazze nella Scienza, si è svolto ieri a Vienna, presso l’Accademia Austriaca delle Scienze, un dibattito dedicato al divario di genere nei dati della ricerca biomedica e alla necessità di promuovere politiche di ricerca più inclusive.
Organizzato congiuntamente dall’Ambasciata d’Italia, dalla Rappresentanza Permanente presso le Organizzazioni Internazionali a Vienna e dalle missioni diplomatiche di Canada, Francia, Svezia, Svizzera, Paesi Bassi e Regno Unito, l’evento ha testimoniato l’impegno condiviso per una maggiore equità di genere nel mondo scientifico e ha affrontato un tema di grande attualità: la governance dell’intelligenza artificiale.
Nel contesto attuale in cui l’intelligenza artificiale sta rapidamente trasformando il settore sanitario, è essenziale garantire che la ricerca sia inclusiva ed equa. Esperti provenienti dal mondo accademico, industriale e della ricerca si sono quindi confrontati sulle sfide e le opportunità offerte delle soluzioni basate sull’intelligenza artificiale applicate alla medicina.
Tra le relatrici, l’italiana Monica Scannapieco, responsabile della Divisione “Progetti di Ricerca” presso l’Agenzia Nazionale per la Cybersicurezza, ha sottolineato l’importanza di disporre di dataset inclusivi e rappresentativi dell’intera popolazione per garantire algoritmi equi ed efficaci. L’uso di dati non adeguatamente rappresentativi, infatti, rischia di introdurre distorsioni nei risultati e nelle diagnosi, con conseguenze particolarmente gravi per le donne. Storicamente sottorappresentate nei trial clinici, queste ultime sono più esposte a diagnosi errate e ritardi nell’individuazione di patologie specifiche.